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Guida alla sospensione della cessione del quinto in caso di emergenza

sospensione-cessione-del-quinto-emergenzaUna delle principali questioni economiche che le famiglie italiane devono affrontare in un lasso di tempo lungo è di sicuro il pagamento delle rate relative ai prestiti e ai finanziamenti. La cosa è evidente soprattutto in situazioni in cui è tutta la nazione a soffrire economicamente, come sta avvenendo in questi mesi di duri lockdown e recessione, come viene fuori dalle segnalazioni che sono state raccolte dagli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori. In particolar modo, si discute tuttora se sia il caso di procedere alla sospensione della Cessione del Quinto in caso di emergenza sanitaria.

Che cos’è la Cessione del Quinto?

La cessione del quinto è una forma di prestito molto diffusa che può essere richiesta da dipendenti di imprese statali o private con contratto a tempo indeterminato, oltre che da pensionati (con pensione superiore alla minima). La rata da saldare è costante nel tempo e corrisponde ad 1/5 dello stipendio, al netto delle entrate. La cifra richiesta, in genere, viene erogata a seguito di opportune verifiche dall’istituto di credito sul conto bancario del richiedente. A questo punto, inizia il rimborso sulla base di quanto stabilito a monte nel contratto.

In questo periodo storico, sono in molti coloro che si chiedono se la sospensione rate cessione del quinto sia cosa fattibile, visto il momento di congiuntura economica, dovuto principalmente all’esplosione della pandemia da Covid-19.

Riduzione della rata della Cessione del Quinto

Ai sensi di quanto sancito all’interno del DPR 180/1950, il debitore ha la possibilità di andare incontro ad una riduzione dell’importo della rata solamente nella casistica in cui la sua retribuzione dovesse ridursi di almeno 1/3, vale a dire del 33%.

Quindi, nella circostanza in cui un lavoratore veda ridursi la sua paga mensile, ad esempio del 25%, non si pongono le basi per richiedere una riduzione della rata da saldare. Lo stesso discorso, per ovvi motivi, è valevole per quanto riguarda la sospensione della Cessione del Quinto: la cosa, di fatto, risulta impossibile.

A fronte di una riduzione maggiore del 33%, la rata dovrà essere ridotta in maniera proporzionale, sempre tenendo conto del fatto che l’importo da saldare non superi di 1/5, ossia del 20%, lo stipendio al netto delle entrate.

Sospensione rate Cessione del Quinto nell’eventualità di cassa integrazione e di maternità

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Allo stato attuale delle cose sono in molti i lavoratori che si trovano in cassa integrazione. Sino al 31 marzo 2021, per le imprese, vige il divieto di licenziare i propri dipendenti. Visto il momento economico particolarmente difficile, il Legislatore ha pensato alla salvaguardia dei posti di lavoro. Mediante la cassa integrazione, però, tocca allo Stato occuparsi della retribuzione del lavoratore.

A chi è in cassa integrazione, pertanto, viene versato l’80% della retribuzione. Ne consegue che, in caso di zero ore di lavoro, la perdita massima che gli verrebbe accostata corrisponderebbe appunto al 20%. La soglia, pertanto, si dimostra insufficiente per dar luogo alla riduzione automatica o alla sospensione rate cessione del quinto.

Nel momento in cui un lavoratore diventa un cassintegrato, perde tutte le componenti variabili del suo stipendio: gli straordinari, i turni di notte, le indennità di funzione. In questo caso, tenendo conto che questi aspetti costituiscono una parte considerevole dello stipendio, la cassa integrazione può ridurre la paga concreta del lavoratore anche sino a 50 punti percentuali. Nel caso suddetto, pertanto, è opportuno ricalcolare la rata del prestito. Nella circostanza in cui l’impresa non dovesse agire di conseguenza, tocca al lavoratore messo in cassa integrazione rivolgersi all’ufficio paga, esortando il personale a procedere al ricalcolo della rata.

Altra casistica analoga a quelle appena descritte ha per protagoniste le madri lavoratrici: nel periodo di maternità obbligatoria, corrispondente a 5 mesi per legge, viene erogato l’80% dello stipendio dall’istituto previdenziale e il 20% rimanente dal datore di lavoro. In questa casistica, pertanto, non ci sono i presupposti di sospendere la Cessione del Quinto.

Va sottolineato inoltre il fatto che le mamme possono prendersi non solo un congedo obbligatorio, ma un altro facoltativo, pari ad un arco di tempo non superiore ai 6 mesi. Tocca all’ente previdenziale erogare il 30% della retribuzione. Inoltre, le mamme possono richiedere un altro congedo che, però, non viene retribuito, essendo facoltativo. La sua durata è pari a 6 mesi.

In queste due circostanze, dato che la retribuzione si abbassa in maniera considerevole, essendo comunque superiore al 33%, è possibile procedere alla formulazione di richiesta di sospensione della Cessione del Quinto o di abbassamento della rata da saldare.

Ruolo del datore di lavoro nella riduzione della rata

Il datore di lavoro, una volta ricalcolata la rata, è tenuto ad informare l’istituto di credito che ha erogato la Cessione del Quinto dell’avvenuta diminuzione della retribuzione. Ne consegue che la rata viene abbassata, senza eccedere l’importo di 1/5 della retribuzione o, in alternativa, si passa alla sospensione delle rate Cessione del Quinto.

Se sospendere la Cessione del Quinto o abbassare l’importo della rata diventa un fatto concreto, la durata del piano di rimborso finisce inevitabilmente per essere allungata. L’istituto di credito che ha l’opportunità di recuperare il capitale finanziato e i rispettivi interessi, che graveranno anche nel lasso di tempo in cui c’è stata la sospensione delle rate della Cessione del Quinto. Il tutto, ovviamente, in base al TAN stabilito a contratto.

Quanto dura la sospensione delle rate della Cessione del Quinto?

La sospensione della Cessione del Quinto può avere una durata massima pari a 6 mesi, a partire dal febbraio del 2020. In precedenza, chi la richiede deve aver già beneficiato di un lasso di tempo di sospensione delle rate, riconosciuto in base a quanto stabilito all’interno della Moratoria Covid-10 Assofin. Il termine va incontro a una riduzione di un numero di mensilità corrispondenti a quello dell’interruzione precedente dei pagamenti. Tuttavia, se il richiedente è d’accordo, è possibile selezionare anche durate di tempo ridotte.

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Perché fare ricorso alla sospensione delle rate Cessione del Quinto?

Non c’è dubbio che la pandemia da Covid-19 sia la motivazione più influente per quanto riguarda il perché sia opportuno ricorrere alla sospensione delle rate di questa tipologia di finanziamento molto diffusa in Italia. Tuttavia, ve ne sono altre: il mutuo prima casa ad esempio è quella più evidente. Una giovane coppia di sposi, entrambi assunti con contratto a tempo indeterminato, ricorrendo alla Cessione del Quinto, decidono di acquistare casa. D’un tratto si ritrovano in cassa integrazione. Il Legislatore tutela la prima casa, ammettendo la possibilità di richiedere la sospensione della Cessione del Quinto. Il tutto per 18 mesi massimo.

CRIF e sospensione della Cessione del Quinto

Non vi sono conseguenze in CRIF nel momento in cui si richiede la sospensione delle rate della cessione del quinto. Nello specifico, si consideri che nei casi di emergenza che comportano la sospensione della Cessione del Quinto, il diretto interessato non rischia di essere considerato un cattivo pagatore. Quindi, non si sono conseguenze in CRIF.

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