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Come avviene la segnalazione di cattivo pagatore

La definizione “cattivo pagatore” non è certo delle più gradevoli e chi, suo malgrado, si trova addosso tale etichetta non trova, poi, facilmente il modo di venire a capo di questa situazione.

Ma a chi viene attribuito questo termine?
Praticamente chi non paga una o più rate di un mutuo (o di un prestito), oppure paga in ritardo, magari reiterando questo comportamento, ad un certo punto della sua “storia finanziaria” verrà riconosciuto come cattivo pagatore.

Una volta verificatosi questo evento, gli istituti finanziari o le banche titolari del prestito in sofferenza hanno la possibilità di segnalare la persona inadempiente a particolari sistemi informativi che ne inseriscono il nominativo e i dati principali in una sorta di libro nero dell’informazione creditizia.

In questo modo, l’inaffidabilità del soggetto diventa pubblica e gli enti erogatori di liquidità possono, prima di concedere i propri servizi, verificare se il richiedente si è reso protagonista di ritardati, o, addirittura, omessi pagamenti e rientra nella lista nera, oppure no.

Cos’è il CRIF e a cosa serve

CRIF è l’acronimo di Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria; si tratta di una società privata nata qualche anno fa a Bologna e ormai operativa in moltissime altre parti del mondo. La sua specializzazione riguarda i sistemi di informazione creditizia (SIC) relativi a tutti quei soggetti (sia singoli individui che società) che attraversano situazioni debitorie particolari.

Entrando maggiormente nel dettaglio, si può dire che il CRIF registra le segnalazioni provenienti dagli istituti di credito o dalle banche in relazione a soggetti inadempienti e al loro profilo creditizio e ne archivia tutte le informazioni utili in un elenco facilmente consultabile ed estremamente preciso.

In genere, si pensa che il CRIF dedichi le proprie attenzioni soltanto ai cattivi pagatori, segnalando tutti i suoi ritardi nei pagamenti e tutte le sue inadempienze. In realtà, all’interno del sistema vengono inseriti anche soggetti rispettosi degli impegni economici presi, puntuali e regolari nei pagamenti.

Quindi, le banche e gli istituti di credito, entrando in contatto col CRIF, hanno modo di verificare, sì, le persone inaffidabili (e decidere, quindi, di rifiutare l’erogazione di ulteriori prestiti), ma anche di prendere visione di situazioni creditizie positive sulla base delle quali concedere eventuali altri finanziamenti.

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Come avviene la segnalazione di “cattivo pagatore”

La prassi vuole che, nel momento in cui il soggetto debitore non paga due rate consecutive, l’istituto di credito debba inviare, quindici giorni prima di trasmettere i dati sulle sue irregolarità ai registri del CRIF, una comunicazione scritta al cliente per informarlo della situazione e per dargli una possibilità di rientro, fornendogli dettagliate istruzioni sulle operazioni da affrontare per sanare la “sofferenza”.

Dopo questo primo avviso, se la situazione non cambia e il cliente non si attiva per regolarizzare la sua posizione, l’ente che ha erogato il prestito può decidere di procedere alla segnalazione al CRIF senza ulteriore avviso.

Dal momento in cui viene fatta la segnalazione, i dati e le informazioni sul cliente moroso restano registrate e visibili per un periodo di tempo differenziato in base all’entità dell’insolvenza.

Per essere più precisi:

  • in caso di morosità di due rate (anche se poi sanate), i dati relativi a questa inadempienza vengono conservati per un periodo di 12 mesi dalla data in cui il rapporto è stato regolarizzato;
  • per ritardi relativi a più di due rate (successivamente sanate), le informazioni restano in archivio per 24 mesi dopo la regolarizzazione del rapporto debitorio;
  • infine, in una situazione in cui le rate non siano mai state sanate, la visibilità dell’inadempienza dura 36 mesi dall’ultimo aggiornamento o dalla scadenza del contratto.

Come ottenere la cancellazione dal CRIF

Una volta trascorsi i tempi indicati, la cancellazione dei propri dati dagli archivi del CRIF è praticamente automatica. Si consiglia, quindi, di verificare di persona se, scaduti i termini, il proprio nominativo e tutte le informazioni ad esso riferite sono stati cancellati.

In caso non fosse così, contattare la banca o l’ente erogatore del prestito per farsi rilasciare un dichiarazione attestante l’estinzione totale del debito; dopodiché, inoltrare questo documento al CRIF e sollecitare la cancellazione. I tempi, di norma, sono piuttosto brevi.

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