Contenuti dell'Articolo
- 1 Come funziona la cessione del quinto a dipendenti privati
- 2 Il contratto di cessione del quinto a dipendenti privati e garanzie
- 3 La documentazione necessaria per la cessione del quinto ai dipendenti
- 4 Il datore di lavoro può rifiutare la cessione del quinto?
- 5 Cessione del quinto a dipendenti con contratto a tempo determinato
- 6 Hai bisogno di preventivi gratuiti per la cessione del quinto?
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La cessione del quinto è una forma di prestito non finalizzato, disciplinato nel nostro Paese da un’apposita legge, la numero 180/50.
Tale modalità di prestito, versatile e comoda, era inizialmente riservata solamente ai dipendenti dell’Amministrazione pubblica.
Solamente nel 2005, dopo aver constatato il suo successo, la cessione del quinto è stata estesa anche ai dipendenti privati, ma comunque ad una condizione: che fossero in possesso di un contratto di lavoro continuativo almeno per tutta la durata del finanziamento.
In ogni caso oggi come oggi esistono delle finanziarie che concedono la cessione del quinto per dipendenti privati anche in mancanza di un contratto a tempo indeterminato, seppur ad alcune condizioni, come avremo modo di vedere.
Proprio per la sua facilità e per il fatto che la cessione è un prestito che viene solitamente erogato, si tratta di un tipo di credito molto utilizzato fra i dipendenti privati.
Vediamo quindi come funziona la cessione del quinto per i dipendenti privati, quali sono le caratteristiche del contratto ed i requisiti richiesti.
Come funziona la cessione del quinto a dipendenti privati
La cessione del quinto consiste in un tipo di prestito in forza del quale si chiede l’erogazione di una somma di denaro ad una banca o società finanziaria, e come metodo di rimborso viene trattenuto ogni mese dallo stipendio il quinto dello stesso, cioè il 20%.
Se si è dipendenti di un’azienda privata, si ha la possibilità di richiedere al datore di lavoro di trattenere tutti i mesi la parte dello stipendio necessaria per la cessione del quinto.
Solitamente, dato che la legge del 2005 non dice nulla a riguardo, gli istituti di credito decidono in autonomia se rilasciare il prestito ai dipendenti privati sulla base della dimensione della società e della veste giuridica della stessa.
In generale il numero minimo di dipendenti dell’azienda accettato per poter erogare la cessione è di 16 dipendenti, ma vale la pena informarsi bene dalla Banca o finanziaria desiderata dato che il numero può anche essere maggiore o inferiore.
Vale anche la pena ricordare che la banca o la finanziaria potrebbero decidere di non erogare il credito a dipendenti di imprese che vengano viste come ‘poco solide’ dal punto di vista finanziario.
Per quanto riguarda la figura del dipendente privato e l’anzianità di lavoro, la legge del 2005 non fa riferimento ad un minimo di anni lavorativi sulla base dei quali rilasciare la cessione del quinto a dipendenti privati.
Ci sono banche che richiedono due anni di anzianità, altre invece richiedono molto di più.
Conviene fare diversi preventivi per farsi un’idea, prima di scegliere.
Il contratto di cessione del quinto a dipendenti privati e garanzie
La cessione del quinto a dipendenti privati fa parte della categoria dei prestiti garantiti.
La garanzia consiste nel TFR, o Trattamento di Fine Rapporto, ma anche nella conclusione di una polizza sul rischio vita e rischio impiego del soggetto che abbia richiesto il credito.
Proprio sulla base di queste garanzie, è possibile per il dipendente ottenere delle condizioni vantaggiose per il suo prestito, sia dal punto di vista dell’importo, che del tasso, e la cessione del quinto divenne accessibile anche ai protestati ed ai cattivi pagatori.
La cessione del quinto ai dipendenti privati deve essere accompagnata da un’assicurazione obbligatoria, che può avere un certo peso sul costo dell’assicurazione.
L’assicurazione rischi impiego è obbligatoria solamente per i dipendenti e può essere di due tipologie:
- Polizza Rischio Perdite Pecuniarie: la compagnia di assicurazione s’impegna a pagare le rate in caso di disoccupazione finché il dipendente trova un nuovo impiego, senza diritto di rivalsa. L’assicurazione pagherà le rate per tre mesi se il dipendente si è licenziato.
- Polizza Rischio Credito: l’assicurazione rimborsa la banca se il dipendente perde il posto di lavoro, ma ha diritto di rivalsa sul dipendente.
Secondo la legge, il contratto di cessione del quinto deve contenere una serie di elementi.
Essi sono:
- il tasso di interesse;
- tutte le spese, prezzi, condizioni praticate, oneri in caso di mora;
- totale del finanziamento e modalità;
- TAEG (o tasso annuo effettivo globale);
- Il numero delle rate, scadenza e importo delle stesse;
- importo e causale degli oneri non inclusi nel TAEG;
- garanzie se richieste;
- la copertura assicurativa;
- condizioni in forza delle quali il TAEG può essere modificato.
La documentazione necessaria per la cessione del quinto ai dipendenti
La forma di contratto della cessione del quinto ai dipendenti privati richiede la presentazione di una serie di documenti.
Riportiamo quelli che sono i documenti richiesti in generale, con l’avvertenza che ogni banca o finanziaria potrebbe avere regole particolari.
- Il certificato dello stipendio del lavoratore dipendente, fornito dall’azienda e che riporti la data di assunzione, retribuzione lorda e netta, TFR maturato, eventuali trattenuti o pignoramenti che già gravino sullo stipendio;
- L’ultima busta paga;
- Benestare dell’azienda che si impegna ad effettuare i pagamenti.
Inoltre il dipendente dovrà firmare una delega a favore del proprio datore di lavoro che lo autorizza al prelievo del 20% dello stipendio.
Il datore di lavoro può rifiutare la cessione del quinto?
Alla domanda se il datore di lavoro può rifiutare di effettuare la cessione del quinto, la risposta è: sì, ma solamente se sullo stipendio è già presente una cessione del quinto.
Questa situazione viene chiamata ‘prestito con delega’ ed è il caso in cui su uno stipendio gravino due cessioni del quinto.
In questo particolare caso, il datore di lavoro può rifiutarlo, ma solo se l’importo non sia inferiore alla quota di un quinto dello stipendio.
Cessione del quinto a dipendenti con contratto a tempo determinato
L’articolo 13bis della legge 80/2005 ha esteso la possibilità anche ai lavoratori privati con contratto di lavoro a tempo determinato di ottenere la cessione del quinto dello stipendio.
La legge prevede che i lavoratori a tempo determinato, gli atipici e precari, possano cedere al massimo un quinto del loro stipendio per un prestito, in quanto il testo di legge prevede come unico limite che il rapporto di lavoro duri almeno quanto la durata del finanziamento.
Ovviamente un dipendente con contratto a tempo determinato dovrà fare un prestito calibrato rispetto al proprio stipendio ed alla durata del rapporto di lavoro.
Inoltre il lavoratore assunto a tempo determinato non può essere licenziato prima della scadenza del termine se non per giusta causa.
Anche i lavoratori atipici e precari possono avere accesso al credito per mezzo del contratto di cessione di quinto dello stipendio, ma in questo caso, essendo loro clienti più rischiosi per la banca, saranno soggetti a tassi di interesse più elevati rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato.