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Prestiti INPDAP Dipendenti Statali

Prestiti INPDAP Dipendenti Statali 2019: Ecco tutte le Informazioni che Cerchi

Nel caso in cui la situazione in cui ci troviamo a vivere ci renda necessario accedere al credito, nel caso in cui siamo dipendenti pubblici, statali o pensionati di una di queste strutture, avremo la possibilità di rivolgerci ad una struttura che certamente sarà in grado di aiutarci seriamente.

Stiamo parlando dei prestiti INPDAP per i dipendenti statali che possono essere erogati secondo modalità agevolate nonché a tassi di interesse decisamente interessanti.

Prestiti INPDAP per i Dipendenti Statali: un prestito per ogni esigenza
A seconda che ci troviamo di fronte ad un’anzianità di servizio più o meno lunga, esiste la possibilità di richiedere somme diverse e con durate più o meno lunghe.

Il punto di forza viene rappresentato dalla convenienza dei tassi di interesse destinati a non gravare eccessivamente sulla capacità reddituale del richiedente.

Che parliamo di esigenze modeste, per soddisfare le quali esiste una procedura snella e agevolata sfruttando l’INPS o qualora ci servano cifre più importanti per cui sarà più opportuno rivolgersi ad altri enti, la qualità di dipendente statale consente sempre di accedere a soluzioni migliori di qualunque altro contesto lavorativo.

Cerchiamo adesso di vedere quali sono le tipologie, le caratteristiche e i vantaggi concreti, analizzando le singole opportunità.

Piccoli prestiti

Rappresentano il taglio più piccolo dei prestiti e anche quello più veloce da chiedere ed ottenere.

Dalla procedura estremamente semplificata e il cui ammontare viene definito dall’anzianità di servizio del richiedente, prevede paletti estremamente flessibili e non necessita neanche di una causale specifica per essere richiesto.

L’unico requisito è l’essere dipendente pubblico, statale o pensionato dei suddetti enti.

L’erogazione prevede un rimborso contenuto ta i 12 e i 48 mesi soprattutto in un vantaggioso regime di tassi di interesse contenuti sempre al 4,25% come tasso nominale annuo.

Le modalità per la richiesta prevedono la compilazione di un modulo che può essere richiesto all’ente di appartenenza che provvederà poi all’inoltro telematico dello stesso.

Solo nel caso in cui ci troviamo ad avere un richiedente pensionato la modalità sarà diversa.

In tale caso sarà onere del richiedente recarsi presso l’INPS per avere un modulo di richiesta e successivamente, una volta compilato, dovrà inoltrarlo, sempre telematicamente, alla sede INPS di competenza.

L’ammontare dell’importo richiedibile, sempre nel caso in cui il soggetto non abbia già in corso altre pratiche di cessione del quinto o finanziamenti eccessivi, potrà essere rispettivamente pari ad una mensilità di stipendio se rimborsata in 12 mesi, 2 mensilità se il rimborso avverrà in 24 mesi e così via fino al tetto delle quattro mensilità da restituire in 48 mesi e comunque mai oltre la soglia del quinto dello stipendio.

Si deve pertanto tener conto delle rate già in ammortamento, esistenti al momento della richiesta, al fine di calcolare l’importo effettivamente concedibile.

Ovviamente al momento della liquidazione dell’importo verranno previsti anche i ratei del rimborso, esponendo la durata e i tassi di interesse effettivi applicati oltre alle spese accessorie.

Qualora la necessità di denaro sia più alta, allora ci si dovrà orientare su vie diverse quali quella dei prestiti pluriennali, di durata superiore ai cinque anni, per cui l’istruttoria, pur se agevolata, richiede tuttavia una maggiore produzione documentale.

Tali dilazioni di denaro sono definite prestiti pluriennali diretti, di durata decisamente più lunga, hanno le stesse caratteristiche di una cessione del quinto, agendo direttamente sulla busta paga del richiedente e in misura non superiore ad un quinto dello stipendio stesso.

L’organo erogante l’importo richiesto e concesso in questo caso sarà diverso rispetto al piccolo prestito, trattandosi di un ente spesso convenzionato con l’Inpdap ma non dell’INPS.

I requisiti da rispettare sono più stringenti di quelli richiesti per il piccolo prestito, essendo in questo caso maggiore sia l’importo richiesto, sia la durata del rimborso.

Base fondamentale è sempre quella di essere dipendenti pubblici o statali ed aver prestato almeno quattro anni di servizio continuativo valido ai fini pensionistici, che si riducono a due nel caso in cui si rientri tra le categorie protette.

La motivazione della richiesta deve sempre essere fornita al fine di consentire la valutazione dell’effettiva necessità della somma da erogare.

La durata del contratto di assunzione deve essere a tempo indeterminato, anche se, pure in caso di rapporto a tempo determinato, sia possibile fruire di un prestito purché estinguibile durante il tempo di vigenza dell’accordo lavorativo.

In questo caso la somma maturata quale trattamento di fine rapporto potrà essere trattenuta quale garanzia del rimborso delle somme concesse.

Il termine per la richiesta è quello di un anno dall’evento per cui si richiede la somma o dalla relativa documentazione fiscale attestante la spesa.

Prestiti garantiti

I prestiti pluriennali diretti garantiti, prevedono che la durata non sia inferiore ai cinque anni e si deve rientrare in una determinata fascia di età per potervi avere accesso.

Una particolarità è che sebbene il tasso di interesse sia particolarmente vantaggioso, tuttavia in fase di istruttoria dovranno essere fornite le motivazioni per le quali si sta richiedendo il prestito, il quale assume a tutti gli effetti le connotazioni del finanziamento.

La cifra erogabile dunque varierà a seconda della fascia di anzianità di servizio nella quale rientra il richiedente.

La maggiore difficoltà nel richiedere questo tipo di prestito è però compensata da un tasso d’interesse assolutamente interessante, considerato che si attesta su un 3,5% come tasso nominale annuo, cui saranno da aggiungere delle spese di istruttoria tutto sommato modeste.

Sebbene sia generalmente richiesto di avere un contratto a tempo indeterminato per accedere alle condizioni di cui sopra, tuttavia è bene ricordare che ogni situazione verrà analizzata singolarmente, per cui varrà comunque la pena sottoporre il proprio caso all’ente esaminante per conoscere a quali benefici il richiedente potrà avere accesso.

Nel caso in cui il richiedente voglia utilizzare i benefici dati dall’essere un dipendente pubblico, esiste anche la possibilità di ottenere un mutuo a favore dell’acquisto della prima casa per il figlio dello stesso qualora voglia costituire un proprio nucleo famigliare.

In ogni caso è possibile reperire le tabelle aggiornate di anno in anno sul sito dell’INPDAP.

Come costi di contorno va da ultimo ricordato che sono previste spese amministrative in ragione dello 0,5% annuo e spese per la gestione del fondo rischi dello 0,9%.

Prestiti INPDAP Dipendenti Statali: Come calcolare gli importi ottenibili

Al fine di capire quali importi saranno ottenibili da una richiesta somme ad un ente convenzionato, esiste un metodo piuttosto semplice basato sull’importo della busta paga mensile percepita.

Bisogna ricordare che comunque sul calcolo della somma finale percepita graveranno sia il tasso nominale annuo, che sono gli interessi da corrispondere al soggetto che corrisponde il denaro, sia le spese costituite dall’istruttoria e oneri accessori vari.

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Qualora l’importo richiesto sia alto, l’ente può chiedere l’emissione di una garanzia a copertura del rischio insolvenza pari all’1,5% per i prestiti quinquennali e l 3-4% per i prestiti di durata superiore.

La garanzia da fornire

La domanda di concessione somme andrà compilata in quattro copie e presentata all’Amministrazione di competenza del richiedente la quale una volta accertata la quota di stipendio disponibile, provvederà ad inviarla all’ente erogatore delle somme.

Alla richiesta dovrà essere allegato anche un certificato medico attestante la sana e robusta costituzione non risalente a quarantacinque giorni prima della richiesta.

A questo punto l’ente dovrà inoltrare il tutto all’INPS competente per territorio, settore Gestione Dipendenti Pubblici, che potrà emettere opportuna ed idonea garanzia del prestito dopo aver nuovamente controllato la regolarità degli atti forniti.

Qualora nel corso del tempo, per vari motivi, il richiedente il prestito voglia revocare le garanzie concesse, potrà farlo a condizione che abbia il consenso da parte della finanziaria erogante il credito.

Nel caso in cui si verifichi un cambio dell’ente alle cui dipendenze lavora il richiedente, il finanziamento nonché il rimborso e la pratica relativa, seguiranno il soggetto venendo spostati dalla competenza di un’amministrazione a quella dell’altra.

Uno di motivi principali per cui viene richiesta la garanzia è quello del rischio morte del richiedente o cessazione del rapporto di servizio senza aver ancora maturato il diritto alla pensione. In questi casi il Fondo per il Credito si assumerà i rischi correlati ai vari eventi.

Estinzione anticipata e rinegoziazione

Nel caso in cui per qualsiasi motivo il soggetto si dovesse trovare nelle condizioni di poter estinguere anticipatamente un finanziamento, è bene sapere che ciò potrà avvenire in qualsiasi istante senza necessità di preavviso alcuno.

Sarà necessario per estinguere il debito, versare la quota residua della somma concessa all’ente erogante.

Se il cessionario avesse necessità di un nuovo finanziamento, dovrà essere trascorso almeno un anno tra la data dell’avvenuta estinzione e la nuova richiesta.

Se invece il cessionario avesse bisogno di ulteriori somme di denaro, allora si dovranno osservare determinate tempistiche.

Nello specifico, qualora si parli di una cessione quinquennale, dovranno essere trascorsi almeno due anni dalla prima concessione di credito.

Nel caso parliamo di cessione decennale, gli anni dovranno essere almeno quattro.

Esiste in ogni caso la possibilità di trasformare un prestito quinquennale in uno decennale anche prima che siano passati due anni dall’accensione della concessione quinquennale ma a patto che il soggetto non abbia altre cessioni decennali già in atto.

Ovviamente ogni nuova concessione dovrà vedere l’estinzione di quella precedentemente esistente per cui le somme disponibili saranno quelle risultanti dalla differenza tra quelle approvate e quelle restituite a saldo di precedenti impegni.

Rimane ovvio che al fine di ottenere qualsiasi prestito diverso da quello di piccola entità, sarà sempre e comunque necessario ed indispensabile fornire le causali della richiesta, che non può essere valutata positivamente in assenza di valide ragioni sempre documentate anche contabilmente entro e non oltre un anno dalla richiesta.

Per motivi di buon senso la durata massima del finanziamento non potrà comunque superare la durata di centoventi mesi per le cessioni del quinto dello stipendio o di sessanta mesi per i piccoli prestiti.

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